Category Archives: Degustazioni di vino

TheWineBlog.it, articoli su degustazioni di vino

Il vino dei Blogger – Capitolo 10: I.G.T. Colline Savonesi Granaccia dei Cappuccini Riserva 2001 – Innocenzo Turco

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Il tema della decima puntata del Vino dei blogger, selezionato da Via Freud 33, era “Grandi vini da piccole vigne“, vini cioè che “.. risentono ancora della annata, buona o cattiva che sia, quei vini spesso introvabili che ci obbligano a girare per enoteche o a rivolgerci direttamente in cantina, quei vini che non sono né un prodotto stabile e industriale né semplicemente una bevanda edonistica, ma nutrimento spirituale.
Quei vini che una volta bevuti ci allontanano dai problemi che attanagliano il mondo del vino o che ci permettono di sognare, sperare che si possa risolverli.
Genio e sregolatezza.”

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Vin de Gusa et al.

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Cosa hanno in comune Pantelleria, Volastra (frazione di Riomaggiore alle 5 Terre), la Valpolicella e la regione del Tokaj? Apparentemente nulla; di fatto invece antiche pratiche enologiche tramandate di generazione in generazione che hanno prodotto alcuni dei più affascinanti vini del mondo.
Mi piace partire dal Vin de Gusa, prodotto in poche bottiglie da Luciano Capellini in quel di Volastra, microscopico borgo a picco sul mare delle 5 Terre.
Qui secondo la tradizione avita l’ultima frazione della torchiatura dell’uva del vino bianco, aspra e aggressiva (una vera spremuta di bucce, da cui il nome Vin de Gusa, cioè vino di buccia) viene messa da parte. L’anno successivo, quando si svina lo Sciacchetrà
separandolo dalle bucce, appena dalla botte lo zampillo si intorbidisce si chiude la spina e sulle vinacce inzuppate in gran quantità del prezioso passito si ripassa il vino di buccia, che si addolcisce e acquista morbidezza. Il risultato è inebriante: la freschezza del vino bianco unita alla dolcezza del passito, tutto su toni mediterranei e marini. Assolutamente da provare.

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Il vino dei Blogger – Capitolo 9: Amarone

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Diavolo di un Maiale . Ecchè, si fa così? Mettere a nudo un’emozione, scoprire il proprio cuore è una cosa che richiede circospezione, confidenza, intimità. E invece…oplà! Via, a raccontare la propria anima. No, non si fa così. Ma in questo giochetto sado-maso che è il Vino dei Blogger chi ha il pallino detta le regole. E allora sia, facciamoci del male!

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Il vino dei Blogger – Capitolo 8: Blanc de Morgex e de La Salle 2006 – Cave du Vin Blanc de Morgex e de La Salle

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Bellissima a mio avviso l’etichetta di questo vino estremo prodotto a 1200 m.s.l.m. dal vitigno Prié Blanc allevato su sabbie moreniche.
Così recita il sito del produttore:
“La filosofia produttiva del Blanc de Morgex et de La Salle Vini Estremi, si basa sul rispetto totale delle caratteristiche e della tipicità che l’uva del Prié Blanc può apportare ad un vino prodotto ancora attualmente in condizioni prefilosseriche.
Le tecniche di produzione vogliono riproporre le condizioni di vinificazione ottocentesche.
Per questo motivo la fermentazione alcolica viene svolta a temperatura ambiente (di cantina) ed i lieviti impiegati sono stati selezionati negli anni ’80 dall’Istituto sperimentale dell’Enologia di Asti sul vitigno Prié Blanc a Morgex.
Il vino prodotto viene sottoposto a semplici travasi senza subire stabilizzazioni tartariche e chiarifiche
Questa strada è stata intrapresa al fine di riproporre al consumatore il Blanc de Morgex et de La Salle che conobbero, degustandolo negli anni ’50, giornalisti come luigi Veronelli e Mario Soldati.
La conservazione ed il trasporto del prodotto a temperature superiori a 30°C può causare precipitazioni o leggeri intorbidimenti.
Al fine di favorire l’illimpidimento ed il compattamento dell’eventuale precipitazione si consiglia di conservare le bottiglie verticali in un ambiente freddo. Tale eventuale deposito è testimonianza e garanzia della tecnica di vinificazione applicata. ”

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Il vino dei Blogger – Capitolo 7: Cantina Cerveteri Malvasia Novae 2005

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Eccoci giunti al settimo episodio del “Vino dei Blogger”, questa volta proposto da Pierluigi Salvatore e dal titolo: “Gli autobianchi del refrigerio”.
Quale vino bianco ottenuto da uve autoctone – si domanda Pierluigi – soddisfa al meglio il nostro desiderio di freschezza nei caldi mesi dell’estate?
La mente corre subito verso prodotti profumati, certo non appesantiti da troppo alcol o da legno, dotati di una buona acidità, adatti ad accompagnare piatti estivi leggeri a base di pesce, verdure crude e formaggi a pasta tenera, magari all’aperto, in una terrazza sul mare, o in una malga alpina (e qui mi fermo perché alle agognate ferie manca ancora molto tempo…).

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Il vino dei Blogger – Capitolo 6: Grignolino d’Asti Vigna del Casot 2006

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Grignolino d’Asti Vigna del Casot 2006
Luca Ferraris Vineyard

Dati tecnici
Colore: rosso rubino tenue
Resa per ettaro: 55 q. li
Fermentazione alcolica: in acciaio inox a temperatura controllata
Fermentazione malolattica: in acciaio inox
Affinamento in legno: da ottobre a giugno
Imbottigliamento: marzo
Alcol: 12,5 %

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Il vino dei blogger – Capitolo 5: la sintesi

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Dopo alcuni giorni di ritardo, dovuti agli impegni di molti blogger legati al passato Vinitaly, eccoci giunti alla fine di questa tappa.
Pensavo che non ci sarebbe stata storia a favore del Pinot Nero, e invece lo scontro è finito in perfetta parità: 6 a 6!!
Per quanto riguarda i vini Italiani solamente una bottiglia è risultata prodotta fuori dal Triveneto, segno evidente che queste terre sono unanimemente riconosciute come le più adatte alla coltivazione di questi vitigni, desiderosi di climi freschi.

Fiorenzo Sartore (Diario Enotecario) e Roberto Giuliani (Esalazioni Etiliche) hanno scelto senza esitazione il Pinot Nero Sant’Urbano Villa Barthenau di Hofstatter nei millesimi 2001 e 1995 rispettivamente. Pare che il vino sia piaciuto molto e siano volati punteggi vicini a 90/100.

Filippo Ronco invece ha due grandi amori; uno è il Pinot Nero Riserva Mazzon Gottardi 2002 (TigullioVino Weblog), con cui accompagna spesso i momenti più belli…

A Slawka G. Scarso la lunga persistenza retro olfattiva del Pinot Nero Selyet 2003 Laymburg (Nanopausa) ha ispirato un bel haiku, mentre a Joan Gòmez Pallarès l’AD FINES 2001 (De Vinis Cibisque) ha ricordato addirittura un grande Barolo.

Infine Pier Francesco Lisi ha scelto (naturalmente) un biologico Pinot Nero Magone 2003 Lazio IGT (Il Vino Biologico), che nonostante la latitudine e l’annata calda è risultato fresco, gradevole ed equilibrato.

Eccoci ora ai Merlottisti o Merlottiani che dir si voglia.

Alessandro Franceschini ha molto apprezzato il Vignalta Gemola 2003 e 1999 (Esalazioni Etiliche). Conosco anche io il vino in questione e mi trovo assolutamente d’accordo!

Max Cochetti con il suo Merlot del Piave Spezza 2004 Benotte delle Tezze (Wino), Tommaso Farina con il Piave Merlot Barollo 2003 (TommasoFarina.com) e Marco con il COF Merlot Riserva Antico Broilo (Imbottigliato all’origine) hanno invece segnalato alla mia attenzione un terzetto di bottiglie di cui occorre che mi metta in caccia, dato che anche a me il Merlot piace assaissimo. Nel mio caso ho assaggiato lo Schweizer 1994 di Franz Haas.

Il testimone per il capitolo 6 del Vino dei Blogger passa ora a Giampiero alias Aristide, che ha scelto a detta sua il miglior Merlot del Triveneto, ovvero quello prodotto da Angiolino Maule, annata 2003. Io gli credo, e voi?

Luk

Il vino dei Blogger – capitolo 5: Franz Haas Merlot Schweizer 94

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La mia scelta è capitata su un merlot, un po’ per caso, attirato da una bottiglia curiosa che faceva capolino dallo scaffale di una enoteca, al prezzo non proprio economicissimo di 17 euro.
Si tratta del Merlot Schweizer 1994 di Franz Haas. Tale bottiglia non è stata più prodotta dall’azienda dal 1999 al 2002, mentre è commercializzata attualmente l’annata 2003.
Quando ho chiesto all’enotecaro se la bottiglia (che comincia ad avere i suoi 13 anni sulle spalle) era stata ben conservata, dal momento che spiccava ben ritta in uno scaffale illuminato, mi sono sentito rispondere “Certo! Pensi che qui non abbiamo nemmeno il riscaldamento!”. Insomma, qualche dubbio sulla tenuta del vino lo avevo, anche perché il 1994 è stato tutt’altro che un grande millesimo in Italia; ma si sa, il sud Tirolo è autonomo anche nel clima!
E invece appena versato nel bicchiere quel merlot, da grande sfacciato, raccontava immediatamente e onestamente tutta la sua storia. Il colore si presentava infatti assolutamente integro nel suo rubino scuro ma brillante, senza cedimenti al granata e meno che meno all’aranciato. Al naso qualche nota un po’ pungente, non di alcol dati i soli 13° (solforosa?), che però spariva subito per lasciare il campo ad un frutto maturo ma non cotto, fatto di ciliegia e prugna, e a una leggera speziatura di chiodi di garofano e pepe oramai ben amalgamata.
In bocca si spiegava la natura del vino, giocata essenzialmente su una acidità elevata che, essendo i tannini oramai levigati dal tempo, dominava la scena in modo un po’ eccessivo. Anche la sufficiente persistenza era di natura prettamente “acida”.
Un vino quindi frutto di una annata piccola, che il produttore ha saputo però elaborare al meglio dotando la bottiglia di una tenuta al tempo sorprendente.

Luk

Il vino dei Blogger – Capitolo 5: In viaggio con Luk

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Vi prego di scusare l’irriverente accostamento del titolo, ma non ho resistito!
Dunque, la cara Elisabetta mi ha passato il testimone e ora tocca a me la scelta del prossimo capitolo del Vino dei Blogger, iniziativa lanciata da Marco Grossi di Imbottigliato all’origine, sulla scia dell’americano wine blogging wednesday.

Bene, il dado è tratto e qui si parrà la vostra nobilitate!

Immagino che tutti abbiano visto Sideways – In viaggio con Jack, e ricordino l’esilarante frase di Miles “If anyone orders Merlot, I’m leaving. I am NOT drinking any fucking Merlot! “.
Magari qualcuno pensa che l’odio di Miles per il Merlot sia dovuto all’usanza californiana di utilizzare tale vitigno per produrre un mare di vini di basso livello che ne sfruttano unicamente l’elevata fertilità, ma in realtà il contrasto è più profondo e insanabile; infatti Miles odia il Merlot ma adora il Pinot Noir

E’ sufficiente confrontare un grappolo di Merlot e uno di Pinot Noir per capire. Il primo è grande, alato, spargolo, esuberante; il secondo serrato, piccolo e compatto. Il primo è l’immagine dell’esuberanza, dell’apertura gioiosa, della voglia di concedersi. Il secondo manifesta immediatamente tutta la sua introversione, la sua cerebralità un tantino incazzosa e aristocratica. Lo stesso profilo lo si ritrova nei vini prodotti e nella psicologia di chi ama l’uno o l’altro.

Bene amici miei, per chi votate? Merlot o Pinot? Ecco il tema. Scegliete una bottiglia e parlatene. Le regole sono le seguenti:
-o Merlot, o Pinot Noir;
-le bottiglie devono essere prodotte in Italia. Lo so che i francesi “do it better”, ma decido io e i vini devono essere italiani, non importa se altoatesini o siciliani, ma italiani;
-l’unico esentato dalla precedente regola è Joan Gómez Pallarès, che ovviamente è autorizzato a commentare prodotti spagnoli;
-non pongo limiti di budget, anche se non sarebbe originale dire che l’Apparita o il Masseto sono buoni vini.

Ecco, è tutto…..ah dimenticavo la scadenza. Avete a disposizione tutto il mese di Marzo per trovare il vostro Merlot/Pinot del cuore e convincere gli altri delle vostre ragioni!

Buon lavoro!

Luk

Il vino dei Blogger – capitolo 4: Foja Tonda Albino Armani 2004

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Foja Tonda Albino Armani 2004
Data degustazione:28/01/07
Ora di stappatura: 10:30
Ora degustazione 13:00

Innanzitutto vorrei esprimere un sincero e sentito ringraziamento alla coraggiosa Elisabetta, per aver scelto un tema e un vino così interessante, e all’azienda agricola di Albino Armani, per aver avuto il coraggio e la gentilezza di spedire le bottiglie di Foja Tonda in giro per l’Italia ad un piccolo manipolo di eno-assatanati, spesso criticoni, ma sempre sensibili alla vera passione che anima tanti produttori del nostro paese.

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