Vini(d)Amari

La partecipazione al consueto appuntamento con VinidAmare, rassegna dei vini e dei produttori liguri organizzata da AIS Liguria, mi ha lasciato molto perplesso.

Ci sono stati due grossi problemi a cui mi auguro si possa in qualche modo porre rimedio nelle prossime edizioni.

  1. Diversamente dagli scorsi anni, quando i banchi di degustazione erano disposti sul lungomare di Camogli, questa volta si è scelta una sala all’interno dell’Hotel Cenobio dei Dogi. Il problema in passato era il tempo che poteva essete bello, e quindi caldissimo con danno per la temperatura dei vini ed il benessere dei degustatori, oppure brutto con problemi ancora peggiori. La toppa però si è rivelata assai peggiore del buco. La sala predisposta per le degustazioni era in realtà quasi un lungo corridoio con due file di banchi di assaggio sui due lati maggiori e poco spazio in mezzo. Il risultato è stato che in poco tempo si è creata una calca atroce, in un ambiente caldo e poco arieggiato, dove per via del rumore era quasi impossibile sentire il produttore/interlocutore se non urlando.
  2. Occorre chiedersi a cosa/chi serve questo tipo di evento. Se l’idea è quella di presentare tutta la produzione d’annata, allora è profondamente sbagliata. E’ inutile disquisire sui vini che sono risultati nella quasi totalità dei casi ingiudicabili. Campioni di botte e vini maltrattati in vario modo per potere essere presentabili troppo presto hanno generato una enciclopedia di squilibri: solforose aggressive al naso, furibonde riduzioni, vini con profumi e sentori a dir poco curiosi, bocche spesso amare, acidità fuori controllo in eccesso o in difetto sono state più la norma che l’eccezione.

Bisogna smetterla con la cattiva abitudine di avere il “bianco” pronto per i primi turisti balneari. I nostri produttori hanno fatto passi da gigante per avere un’uva eccellente e una cantina efficiente, ma allora perché avvilire così tanto lavoro e mortificare un prodotto potenzialmente eccellente?

Tutto ciò mi duole assai, e mi duole ancor di più vedere che tale mancanza di rispetto nei confronti del vino si sia perpetrata con l’avvallo dell’AIS che più di chiunque altro dovrebbe averne cura.

 

Luk

 

 

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About Luca Risso

Luca non è un esperto di vino nel senso comune del termine, anzi non è affatto un esperto ma piuttosto un entusiasta del vino, un curioso di tutto ciò che è collegato con la cultura del vino del paese (Italia) e della regione (Liguria) in cui vive. La sua formazione personale lo rende particolarmente interessato agli aspetti teorici e tecnici della viticoltura e della vinificazione, al punto di piantatura una propria vigna microscopica e di produrre alcune bottiglie del Merlot. La sua esperienza è documentata nella rubrica "Vino in garage" del portale enogastronomico www.tigulliovino.it .

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