3 Aprile 2009: Villa Boschi

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Avendo a disposizione un giorno solo ho deciso di evitare di fare la maratona tra i padiglioni del Vinitaly per concentrarmi su un gruppo di produttori più omogeneo culturalmente, radunati dalla manifestazione a Vino, Vino, Vino tenuta nella splendida Villa Boschi a Isola della Scala, presso Verona. Si tratta di produttori a vario titolo biologici, “naturali”, “veri”, biodinamici e chi più ne ha più ne metta, con forse l’unico denominatore comune nell’opposizione ferma al mondo del vino “normale” visto principalmente come “industria” e come tale massificata, globalizzata e capace di ogni nequizia.


Questione di punti di vista, o se vogliamo di dogmi. Il coraggio di questi picoli produttori però non mi lascia indifferente; la scelta di rischiare in proprio seguendo i capricci delle annate, limitando i trattamenti e le pratiche di cantina, accettando l’inevitabilmente alta probabilità di realizzare vini difettosi (e a volte imbevibili) un po’ mi commuove, e mi spinge spesso a solidarizzare con loro, pur non approvando quasi niente dei “teoremi” tecnico-mistici talvolta alla base del loro lavoro.
Due parole sulla sede della manifestazione. Villa Boschi è bellissima. Si è rivelata spaziosa e funzionale, prevedendo sia la possibilità di mangiare in loco con piatti caldi e preparati al momento anche in modo coreografico, come nel caso della libidinosa mega-grigliata, sia la possibilità di acquistare le bottiglie esposte in una enoteca appositamente allestita. Isola della Scala tuttavia si è rivelata un po’ lontana da Verona e non facilmente raggiungibile a causa anche di una segnaletica carente e delle trafficate strade provinciali.
Per quanto riguarda i vini presentati, bisogna dire che c’erano tanti prodotti eccellenti, e tante interpretazioni deludenti, carenti per integrità e palesemente difettati secondo l’approccio ortosso alla degustazione. Ecco una breve e incompleta carrellata di ciò che mi è sembrato particolarmente meritevole, secondo il mio personale e discutibile giudizio.
Bianchi
Mi sembra che i produttori naturali dovrebbero cominciare a ridiscutere criticamente la moda dilagante dei vini bianchi macerati a lungo sulle bucce, magari in anfore o contenitori atipici, con stile pesantemente ossidativo. L’impressione paradossale (ma forse non tanto) è che il rifiuto dalla tecnica, abbia creato una nuova tecnica, dove le note olfattive derivate dall’ossidazione prevalgono, omologano e riducono di fatto l’apporto varietale e territoriale.
In pratica questa tipologia di vino molto rappresentata a Villa Boschi mi è sembrata a volte interessante, ma più spesso stanca e ripetitiva.
Passando agli assaggi, una spanna sopra tutti mi sono sembrati i Riesling di Clemens Bush, impressionanti per potenza ed eleganza, sia nelle versioni Troken, sia sui superiori Auslese e Berenauslese. Molti gradini sotto Domaine Ostertang, con i Riesling non a posto ma con buone vendemmie tardive e Domaine Zind Humbrecht, con interpretazioni pulite ma un po’ anonime. La mitica Couleé de Serrant mi è sembrata ottima per quanto riguarda il 2005, ma con un 2006 molto scomposto. Naturalmente questo tipo di vino andrebbe giudicato dopo un numero di anni sulle spalle ben maggiore.
Per quanto riguarda gli italiani, particolarmente interessante mi è sembrata la Ribolla 2004 di Radikon, ed il bianco “regolare” (non la versione ossidata fermentata sulle bucce) di Porta del Vento. Di questo ultimo produttore siciliano è anche da segnalare uno strepitoso Nero d’Avola, con profumi intriganti di macchia, spezie e fiori di cappero.
Rossi
Molto buoni mi sono sembrati tutti i Beaujolais di Marcel Lapierre Beaujolais e impressionanti per potenza e stoffa unite a una certa eleganza i vini del Priorato di Terroir al Limit.
Domaine de Villeneuve e Domaine du Coulet hanno portato uno Chateneuf du Pape e un Cornais 2006 rispettivamente, molto interessanti, eleganti e strutturati.
Passando agl italiani, particolarmente curioso mi è sembrato il campione da botte di Kurni 2007 di Oasi degli Angeli, palesemente dolce nonostante il produttore riferisse di un residuo di zuccheri riduttori inferiore a 1 g/l. Misteri dell’enologia!
Il Sagrantino 2004 di Paolo Bea, anche se giustamente tannico, non ha tradito le aspettive di un vino pulito, dai profumi ampi e intensi.
Passando ai nebbioli, molto apprezzabili mi sono sembrati il Barolo Massara 2003 del Castello Di Verduno, il Bramaterra 2005 di Antoniotti Odilio (una vera rivelazione), ed i Barabreschi Montestefano 2004 e 2005 di Serafino Rivella. Difficlimente valutabili a causa dell’imbottigliamento davvero troppo recente i Baroli 2005 di Rinaldi e Bartolo Mascarello, anche se l’impressione è stata quella di una ottima materia. Infine vorrei segnalare il godibile e genuino Lambrusco della Cooperativa La Collina .
Dolci
Oltre ai già citati Clemens Bush, Ostertang e Zind Humbrecht, vanno assolutamente segnalati il Vin Santo delle Sorelle Palazzi, fra i migliori mai assaggiati, il Passito di Pantelleria di Ferrandes e i diversi Banylus di Domaine du Traginer.
Bollicine
Chateau La tour Grise (Samur) ha presentato un paio di godibili bianchi fermi a base Chenin, e due vini spumanti sempre dallo stesso vitigno, uno brut e uno dolce, di una bevibilità appagante.
Costa delle Piane con un semplice Prosecco sur lie ha reso giustizia a un grande vino che troppi sconsideratamente accostano allo Champagne. L’altoatesino Haderburg ha presentato infine un metodo classico pas dosè di grande freschezza e compostezza dei profumi da manuale.
Luk
PS – Ecco alcuni “lieviti autoctoni” in febbrile attività.
🙂
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About Luca Risso

Luca non è un esperto di vino nel senso comune del termine, anzi non è affatto un esperto ma piuttosto un entusiasta del vino, un curioso di tutto ciò che è collegato con la cultura del vino del paese (Italia) e della regione (Liguria) in cui vive. La sua formazione personale lo rende particolarmente interessato agli aspetti teorici e tecnici della viticoltura e della vinificazione, al punto di piantatura una propria vigna microscopica e di produrre alcune bottiglie del Merlot. La sua esperienza è documentata nella rubrica "Vino in garage" del portale enogastronomico www.tigulliovino.it .

1 thought on “3 Aprile 2009: Villa Boschi

  1. alan

    Chateau La tour Grise:il vino come dovrebbe sempre essere. ZERO POINTE’ rosato una meraviglia

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